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Portello Factory stories: l’Alfa Romeo Montreal Gruppo 4

Portello Factory stories: l’Alfa Romeo Montreal Gruppo 4

Portello Factory stories: l’Alfa Romeo Montreal Gruppo 4

A cura di Luigi Giuliani 

 

Durante la presentazione della Montreal a Balocco, nell’aprile 1971, trapelarono alcune indiscrezioni riguardo l’utilizzo del suo motore nelle competizioni. Secondo i programmi, ne era previsto impiegato in F.2. Il regolamento della categoria, ammetteva dal 1972 motori 2 litri derivati ​​da vetture GT del Gruppo 3, category in which era prevista l’omologazione della Montreal.
Tuttavia, le monoposto equipaggiate con un otto cilindri erano penalizzate da un handicap di 50 kg rispetto a quelle dotate di un quattro cilindri Ford. Quindi il motore Montreal ridotto a 2 litri non fu mai impiegato in F.2, perché ritenuto troppo penalizzante rispetto ai classici 2 litri a 4 cilindri.
Intanto, nei primi mesi del 1972, la Montreal fu omologata in Gruppo 4 (Gran Turismo speciale) e circa un anno dopo, nel gennaio 1973, l’Autodelta presentò a sorpresa la vettura, nell’ambito dell’International Racing Car Show di Londra .

La vettura, di colore verde, venne molto ammirata per la sua finitura. Era equipaggiata con il motore 8V portato a 3 litri (2997 cm3), erogante ben 370 CV a 9000 giri / min. La carrozzeria era dotata di codolini molto larghi per poter ospitare ruote di grandi dimensioni (le stesse delle 33 da competizione). I codolini anteriori si integravano con un grosso spoiler, esteso per tutta la larghezza della vettura. All’interno, uniche novità il sedile anatomico, il volante, di minor diametro e rivestito in pelle, la strumentazione e il roll-bar.
La parte meccanica fu sottoposta ad una cura particolare, con il motore caratterizzato da una serie di profonde modifiche: maggior rapporto di compressione, pistoni alleggeriti, alberi a camme più spinti, albero a gomiti equilibrato, bielle speciali, volano alleggerito, frizione bidisco, tubi di scarico più risonanti e senza silenziatori, con uscite laterali (una per lato, sotto le portiere).
Altri interventi meccanici riguardarono: freni a disco anteriori con pinza in alluminio, portamozzi modificati, ponte posteriore con un diverso ancoraggio (slitta di scorrimento derivata dalla Giulia GTA), sospensioni e ammortizzatori più rigidi. Inoltre, vennero abbassati il ​​centro di rollio anteriore e quello posteriore, per diminuire il coricamento della vettura in curva.Tuttavia, la Montreal così venne omologata, senza la possibilità di adottare un allestimento alleggerito della carrozzeria, era penalizzata dal suo peso eccessivo.

La vettura presentata a Londra e utilizzata dall’Autodelta per fare esperienze nel Gruppo 4, venne fornita dalla filiale dell’Alfa Romeo tedesca. Partecipò alla 1000 chilometri del Nurburgring del 27 maggio 1973, prova valevole per il Campionato mondiale marche, con l’equipaggio Gleich – Weizinger. La vettura appariva con la presa d’aria NACA (ora vera) maggiorata e il roll bar a gabbia. Si qualificò nella parte finale dello schieramento di partenza, composto in gran parte da velocissime vetture Sport. Purtroppo, il peso elevato e un accentuato rollio rendevano poco competitiva la vettura, le cui prestazioni erano modeste ma comunque sufficienti per qualificarla.
Altri due esemplari vennero allestiti dall’Autodelta per un pilota americano.Su uno di questi, il pilota e collaudatore Teodoro Zeccoli partecipò alle 6 Ore di Watkins Glen del 21 luiglio 1973, altra prova del Campionato mondiale marche. In gara, Zeccoli ruppe il cambio e dovette abbandonare mentre stava disputando una gara vivace e coraggiosa.

La vettura, equipaggiata con un motore 3 litri”, ricorda Zeccoli (che aveva condotto i suoi collaudi sulla pista di Balocco), “Non era certo indicato per le competizioni. Per renderla realmente competitiva, sarebbe stato necessario trasformarla totalmente. In corsa si ripetevano le caratteristiche di comportamento della vettura di serie, anche se si era lavorato a fondo sulle sospensioni e sulle barre antirollio: quindi beccheggio e rollio notevoli, freni insufficienti. Alcuni problemi vennero anche dalla pompa iniezione Spica. In corsa, si dimostrò addirittura più veloce nell’accelerazione delle Ferrari Daytona, una dimostrazione delle notevoli capacità del propulsore.Il vantaggio così accumulato si annullava però alla prima staccata in curva! “.

Immagini:
Centro Documentazione Museo Storico Alfa Romeo
Archivio Turbo Motor di Loris Paone.

Copyright Luigi Giuliani per Scuderia del Portello Alfa Romeo e Portello Factory