Loader

Portello Factory stories: “la Giulia dei miracoli”

Portello Factory stories: “la Giulia dei miracoli”

PORTELLO FACTORY STORIES: “LA GIULIA DEI MIRACOLI”
A cura di Elvira Ruocco
Foto e immagini: Centro Documentazione Alfa Romeo; Archivio Scuderia del Portello Alfa Romeo

Direttamente discendente dalla famosissima “Giulietta”, la Giulia si  inserì nel mercato delle vetture medie europee con le carte perfettamente in regola per disputarne le prime posizioni. Interamente nuova e realmente moderna, rappresentò un autentico passo avanti nell’evoluzione tecnica della produzione dell’Alfa Romeo.  Nacque al Portello presso l’Ufficio Stile , e fu il capolavoro di Orazio Satta, Giuseppe Busso e Giuseppe Scarnati.
L’Ufficio Stile era nato nel 1958 in un capannone del vecchio stabilimento di Via Gattamelata e, per un certo periodo di tempo, si era occupato degli aggiustamenti dei modelli precedenti, ovvero la 1900 e la Giulietta. Poi, l’Ingegner Orazio Satta comunicò ai suoi uomini che avrebbero dovuto lavorare su un nuovo progetto, sulla vettura che avrebbe dovuto sostituire la Giulietta. Satta stabilì le misure del passo e le dimensioni generali, ed i progettisti cominciarono ad abbozzare i figurini.  In tre mesi nacque il modello in plastilina e, da quello in gesso si arrivò al piano di forma in scala 1:1. Il disegno fu fatto da Silvio Sala, uno specialista dei disegni delle tre viste.

Inizialmente il posteriore aveva la coda sfuggente con la convinzione di migliorare la penetrazione, ma le prove effettuate nella galleria aerodinamica del Politecnico di Milano, con le scie dei fili di lana e degli spruzzi di nerofumo, dimostrarono invece che era molto meglio una coda tronca: e così fu. Per questa nuova linea furono coniati molti slogan pubblicitari come : “Giulia, l’ha disegnata il vento” e “Giulia, una macchina senza cuore in gola”.
Un’altra particolarità aveva rivoluzionato con questa vettura il concetto di struttura dell’automobile e cioè  la carrozzeria  a resistenza differenziata in grado di ammortizzare la violenza di un urto; un accorgimento tecnico che, a quell’epoca, costituì motivo di rilevante interesse e di sorpresa per i concetti che proponeva. Anticipando di almeno un decennio le nuove tendenze stilistiche, si può affermare che la Giulia ha fatto scuola.

Il risultato fu una vettura di portata epocale che ha rappresentato una svolta stilistica per l’Alfa Romeo e non solo per lei. Si aprì infatti un periodo di lusinghieri risultati economici per l’Azienda che si era insediata ad Arese, ma soprattutto di nuove vetture che dalla Giulia hanno ereditati filosofia e cuore. Il suo motore equipaggerà anche il Duetto, uno spider reso famoso in tutto il mondo da Dustin Hoffman, nel film Il Laureato.
Il suo debutto avvenne il 27 giugno 1962 all’Autodromo Nazionale di Monza, offrendo alle autorità e ai giornalisti invitati alla prova di guida, quel compendio di soluzioni d’avanguardia e di raffinata tecnica motoristica che furono apprezzate dai tecnici e dal pubblico.
La Giulia è stato una dei modelli Alfa di maggior successo: in un gran numero di versioni differenziate dalle cilindrate, dalle potenze, dalla più o meno accentuata sportività di prestazioni e caratteristiche, la famiglia “Giulia” si è andata via via allargando riuscendo a soddisfare ogni tipo di esigenza. La produzione terminò nel 1977 con la Giulia Diesel, che fu anche la prima vettura  a gasolio con il motore Perkins del Furgone Alfa Romeo F.12.
Voglio ricordare anche la Giulia Sprint GT con una nuova carrozzeria disegnata da Bertone perché fu anche la prima vettura realizzata completamente nel nuovo stabilimento di Arese, nonostante le parti meccaniche provenissero ancora dal vecchio Portello e la Giulia Super, la “Giulia per eccellenza” , sintesi della sportività, dell’eleganza e del gusto dell’Alfa Romeo.
In oltre 15 anni di produzione, l’Alfa ha venduto, nelle varie versioni, più di un milione di Giulia.  Un vero successo che auguro anche alla nuova Giulia prendendo a prestito un vecchio slogan pubblicitario:  “Perché guidare un’automobile quando si ha la possibilità di guidare una leggenda?”

La Giulia ha senza dubbio rappresentato un simbolo di un’epoca storica particolarmente significativa per gli avvenimenti accaduti nel nostro Paese in quel periodo, passando dagli anni del boom al ’68  (gli anni della contestazione) a quelli dell’austerity, cioè gli anni della crisi petrolifera con le domeniche con la circolazione vietata.  Negli anni sessanta il marchio Alfa era il simbolo del Made in Italy; numerose star dell’epoca si divertivano a posare e farsi fotografare al volante delle sue vetture, in un’ operazione di immagine che conveniva ad entrambi perché il marchio, in quel periodo era sinonimo di successo e prestigio sociale. E’ stata un ambito punto di arrivo per molti automobilisti, soprattutto per quelli che amano le vetture dotate di grinta e che rispondono docili ai comandi. Con la sua linea di un dinamismo aggressivo, eppure compatta e sobria, ricercata dai collezionisti in tutte le versioni, la Giulia resta un raro esempio di architettura automobilistica.
Negli anni Sessanta la categoria Turismo era una delle più seguite dal pubblico e dalle case costruttrici. In queste gare si sfidavano le vetture derivate da quella serie; l’Alfa che si era ritirata ufficialmente dalle competizioni di Formula nel 1951 con il secondo titolo di Campione del Mondo non poteva mancare a queste competizioni e così decise di proseguire una particolare politica, facendo preparare le sue vetture all’emergente Autodelta e creando in pratica la figura del cliente corridore, assistito dalla Casa, premiato e supportato in ogni competizione. Nelle varie versioni, La Giulia ha vinto centinaia di corse tra le più prestigiose nelle categorie Turismo e Gran Turismo ed ha laureato decine di campioni nazionali in Italia e all’estero.
Per le sue dote spiccatamente sportive divenne la vettura in dotazione delle Forze dell’Ordine. La Giulia si guadagnò la denominazione di “Pantera” da parte del Corpo di Polizia e quella di “Gazzella” da parte del Corpo dei Carabinieri.  Presso la Scuola della Direzione di Assistenza  del Portello dove fui assunta realizzando un sogno, si susseguirono corsi della durata di una settimana per militari autisti che impararono così a conoscere bene la vettura.   Alcune Giulia di pronto intervento vennero anche preparate dall’Autodelta  e parteciparono a molte gare ottenendo pregevoli risultati.
Una conferma delle sue eccezionali prestazioni la Giulia T.I. la diede quando batté con un vantaggio di 43 minuti il “Viscount” dell’Alitalia sul tragitto Milano -Venezia.  La disputa che si era aperta tra un gruppo di esperti diventò una sfida. Partita da piazza del Duomo alle 11,05 del 15 giugno 1963, con alla guida un redattore di Quattroruote, arrivò in Piazza Roma a Venezia  alle 13,17. Il finale della gara ebbe luogo in motoscafo fino a Piazza San Marco con arrivo alle 13,32. I piloti dell’Alitalia si erano mossi dallo stesso luogo e alla stessa ora: avevano raggiunto Linate da cui erano partiti alle 12,25 ed erano atterrati all’Aeroporto Marco Polo. Poi in pullman e in motoscafo a Piazza San Marco dove arrivarono alle 14,15, quasi tre quarti d’ora dopo.

Nel 1962 è proprio la Giulia TI, come milionesimo veicolo della provincia di Milano a ricevere la Targa MIA000 , la prima con un nuovo tipo di numerazione alfanumerica. Sembrava uno scherzo, una targa che si legge come un miagolio su una vettura con sotto un motore che sprigiona una possente melodia fatta di suoni d’aspirazione e di scarico perfettamente accordati.
Sempre la Giulia T.I. fu anche uno di premi in palio in un concorso indetto nel marzo del 1964 dall’Alfa, riservato a cineamatori in possesso di vetture Alfa Romeo. Tra i 225 film in 8 mm pervenuti da 14 nazioni, vinse il cortometraggio dal titolo “Alfa…desiderio” realizzato da un cineamatore milanese.
La Giulia T.I. del direttore di gara del 48^ giro d’Italia diventò il soggetto di un francobollo emesso nel 1965 dalla posta di San Marino.

E ancora, nel 1968 quattro Giulia Super e due Alfa Matta partirono dal Vaticano, destinazione Pechino, per il Raid della Fratellanza e della Pace guidato da Maner Lualdi. Percorsero 27.000 chilometri attraversando 24 paesi nelle condizioni climatiche più difficili. Tutte le vetture si comportarono egregiamente durante il viaggio. In particolare, le quattro Giulia, furono soprannominate “Giulia dei miracoli” dagli entusiasti componenti della spedizione.

Due Giulia della Scuderia del Portello contraddistinte con la scritta “Giulia dei Miracoli” parteciparono all’edizione del Raid  “Pechino-Parigi 2016”  che ha per slogan una frase scelta dagli organizzatori che recita: “nel più  straordinario viaggio possibile in automobile” . Consentitemi di modificarlo, in questo caso, con “il più straordinario viaggio possibile con la Giulia”.